Home > Approfondimenti > Sintomi -> Dolore cervicale: cos’è, sintomi, rimedi e terapie
Il dolore cervicale rappresenta uno dei sintomi più comuni che le persone riferiscono. In alcuni casi il dolore può essere accompagnato da sintomi correlati come dolenzia agli arti superiori o parestesie (formicolii) oppure ancora cefalea. Le cause scatenanti del dolore, come nel caso della maggior parte dei disturbi muscolo scheletrici, può essere di natura traumatica (colpo di frusta in caso di incidente stradale), degenerativa (cervicouncoartrosi), di natura posturale (ad esempio il lavoro impiegatizio al computer) e di natura recettoriale posturale (alterazione della vista, della visione, del recettore vestibolare o problemi di mal occlusione). Si comprende immediatamente come le cause possano essere veramente molte e purtroppo, molto spesso, non si presentano in forma singola, ma associate fra loro. È naturale ritenere opportuno quindi, una preliminare analisi del sintomo e dei segni, tramite valutazioni mediche appropriate, che possano, tramite opportuni test di esclusione, di mobilità attiva e passiva, riconoscere il problema e di conseguenza riuscire a indirizzare la persona verso il percorso terapeutico più appropriato e adeguato.
L’etimologia della parola cervicalgia significa testualmente dolore della regione cervicale. Si comprende immediatamente come questo termine non identifichi una patologia o un problema specifico, indica solo che è presente un dolore nella regione compresa fra il capo e la regione dorsale.
I sintomi di un problema cervicale possono essere differenti ed insorgere nei diversi momenti della giornata a seconda che la regione, o una parte di essa, venga sollecitata in modo corretto o meno.
Come riferito precedentemente, la causa del dolore cervicale può essere di natura traumatica, come per esempio a causa di un colpo di frusta post incidente stradale. In questo caso, a causa della natura del trauma (flessione – estensione rapida e non controllata del rachide cervicale) si potrà soffrire di dolori muscolari acuti, rigidità nella mobilità attiva del capo, talvolta anche nausea e vertigini. Questo avviene perché il movimento rapido del capo genera, come risposta all’interno dei muscoli, una contrazione riflessa che viene mantenuta nel tempo a scopo cautelativo. Muscoli contratti rendono difficile il movimento e le informazioni costanti che vengono inviate dai muscoli cervicali al cervello per mantenere una corretta posizione del capo sono alterate. Questa distonia di informazioni, associate allo stiramento delle strutture vascolo nervose situate nella regione cervicale, possono generare nausea e vertigini, di solito temporanee, ma che possono, se non gestite e trattate correttamente, recidivare. Sempre riferibile a quest’ambito esistono delle condizioni di sovraccarico discale che possono degenerare, a causa di movimenti bruschi (starnuti o colpi di tosse), traumi o carichi eccessivi, in protrusione ed ernia discale. La protrusione è la deformazione del disco che è posto come sistema di ammortizzazione fra le due vertebre. Questa deformazione, nella maggior parte dei casi renderà il disco maggiormente assottigliato mentre il nucleo polposo tenderà a spostarsi verso la parete posteriore del disco, provocando uno sfondamento (ma senza lesione) delle fibre che compongono il disco.
L’ernia discale è lo step successivo della protrusione, in cui, il nucleo polposo, rompe le fibre del disco e si affaccia all’interno del canale vertebrale. A quel punto, a seconda della conformazione morfologica della struttura della colonna, può fermarsi all’interno del canale di coniugazione vertebrale destro o sinistro e quindi creare una sofferenza della radice nervosa che transita all’interno, oppure può migrare all’interno del canale vertebrale e migrare verso il basso o verso l’alto. La condizione di sofferenza nervosa, qualora venga riportata come sintomo, richiede un’attenta valutazione clinica in primis, e una conferma strumentale diagnostica in secundis (risonanza magnetica, elettromiografia) per essere sicuri che il nervo non sia in una condizione di sofferenza grave che richieda un approccio tempestivo di risoluzione del problema.
I sintomi correlati ad una problematica di tipo degenerativa (cervicouncoartrosi, discopatia, etc..) potranno riguardare l’alterata mobilità attiva della regione cervicale, rigidità e dolori costanti e profondi. Potranno variare a seconda della sollecitazione più o meno intensa della regione cervicale e recedono spontaneamente in linea di massima con il riposo. La degenerazione morfologica delle strutture articolari e muscolari della regione cervicale purtroppo è una condizione che se non gestita tende a progredire negativamente nel tempo, generando infiammazione recidivante che, per reazione fisiologica, genera deformazione delle vertebre (osteofitosi).
I sintomi legati alla sfera posturale, quindi legati alle abitudini di vita, sono direttamente influenzati dalle posture viziate mantenute nel tempo. Il lavoro impiegatizio e più in generale la sedentarietà sono le cause principali di questa tipologia di sintomi che includono bruciore e sensazione di peso sulla regione cervicale e sulle spalle, associata anche talvolta a mal di testa. Insorgono in modo lento e progressivo e sono maggiori alla sera. L’interruzione o riduzione del mantenimento dell’abitudine scorretta (utilizzo limitato del monitor, aumento dell’attività fisica) in genere migliora il sintomo, sempre che questa condizione non sia presente da così tanto tempo da aver generato schemi motori funzionali e strutturali che non sono più modificabili attivamente.
La regione cervicale si trova alla base del capo. È assolutamente normale, per motivi di natura anatomica, neurologica e biomeccanica, che essa possa generare sintomi dolorosi anche se non direttamente colpita da segni strutturali di degenerazione o eventi traumatici. È il caso delle disfunzioni legate al mondo dei recettori posturali.
Gli occhi, il vestibolo (organo dell’equilibrio) e la bocca, possono soffrire di disturbi legati alla loro funzione e non sempre vengono gestiti correttamente. Disturbi legati all’acuità visiva (gradi, diottrie) o legati alla visione (exo o esoforie, ipoconvergenza, etc..) possono far mantenere inconsciamente il capo in una posizione altamente disfunzionale a cui la regione cervicale si adatta, con sofferenza. Allo stesso modo, disturbi legati all’organo dell’equilibrio (labirintite, vestibolopatie, canalolitiasi, etc..) generano immediatamente rigidità cervicale compensativa. Questo genere di rigidità, se trattata con manipolazione incauta, possono peggiorare il sintomo doloroso e aumentare nausea e vertigine.
L’occlusione dentale e le articolazioni temporo mandibolari, sono strettamente connesse, dal punto di vista fasciale, muscolo articolare, con la regione cervicale. Una non corretta occlusione genera inevitabilmente degli adattamenti della regione cervicale. Questi adattamenti sono molto spesso dispendiosi, dal punto di vista energetico, e il loro mantenimento, nel tempo, genera dolore cervicale.
In tutti questi casi, come sempre, la valutazione clinica iniziale è fondamentale per comprendere quale sia il percorso terapeutico più appropriato tale da garantire risultati duraturi.
Le cause del dolore cervicale possono essere numerose.
Per quanto riguarda la componente traumatica, si comprende immediatamente come movimenti bruschi e inaspettati (colpo di frusta durante un incidente stradale), rotazione improvvisa del capo, etc… possano generare dolore acuto e localizzato che inficia la mobilità attiva del capo.
Le cause legate alla sfera stressogena, fanno in modo di mantenere la muscolatura della colonna cervicale in uno stato costante di tensione tale da condizionare la corretta mobilità del capo. Associata alla tensione muscolare, molto spesso, per la natura intrinseca del problema, il diaframma, muscolo della respirazione, tende a non svolgere correttamente il suo dovere e conseguentemente, per motivi di natura biomeccanica e anatomica, tende a condizionare anch’esso una corretta mobilità cervicale. Una funzione alterata, a lungo termine, genera un’alterazione della struttura cervicale, creando un circolo vizioso che rende cronico il dolore cervicale.
La postura mantenuta durante le attività della vita quotidiana (lavorativa per esempio) ha un notevole impatto sulla condizione armonica della muscolatura di tutto il corpo e quindi anche della regione cervicale. Il mantenimento della posizione seduta scorretta per molte ore, associato ad un utilizzo di un computer in posizione non corretta, a lungo termine, causa un adattamento compensativo della regione cervicale. Questo adattamento genera una sofferenza costante del rachide, che nel medio e lungo termine genera dolenzia.
Come descritto in precedenza, anche gli organi deputati a captare le informazioni dall’esterno e inviarle per la loro traduzione ed interpretazione (come i recettori posturali), a livello cerebrale, possono, in alcuni casi, presentare delle disfunzioni. Una miopia non corretta, un difetto di convergenza oculare, mal occlusione dentale, sindrome di Menière non gestite perfettamente, possono concorrere a generare dolenzia muscolare e articolare cervicale.
Le cause degenerative sono tutte quelle che, complice anche il tempo che passa, tendono a minare la corretta armonia articolare, strutturale e muscolare della nostra regione cervicale. Una volta instaurato il meccanismo, è fondamentale che l’intervento terapeutico sia tempestivo, sia esso di origine medico, fisioterapico, osteopatico o chinesiologico, per fare in modo di arrestare la progressione della degenerazione.
Le patologie della colonna cervicale interessano il complesso funzionale composto da fasce muscolari, fasci vascolo nervosi, vertebre e disco.
Le principali e più note sono le ernie cervicali, che possono, in fase sintomatica acuta, generare radicolopatia, sofferenza della radice nervosa, con conseguente parestesia (formicolio) o alterazione della sensibilità, in diversi punti del braccio e della mano.
Esiste anche l’artrosi cervicale, patologia che può insorgere con l’avanzare dell’età ma anche in seguito a fratture cervicali che hanno minato i rapporti articolari della struttura. In questo caso la terapia si concentra in primis sul controllo del dolore e poi sul mantenimento del grado di libertà conservato.
Nei casi più gravi di spondilodiscoartrosi, fortunatamente non così frequenti, il restringimento dello spazio fra le vertebre o l’osteofitosi marginale somatica (deformazione del margine superiore e inferiore della vertebra) possono generare:
Esistono purtroppo anche alcuni casi in cui la struttura, per conformazione congenita, presenta dei difetti. È il caso della stenosi vertebrale cervicale, patologia che interessa prevalentemente soggetti in età adulta (50-70 anni) caratterizzata da una restrizione del canale vertebrale con una compressione del sacco durale e\o delle radici spinali.
Per quanto riguarda l’età adolescenziale, il rischio, in una fase così sensibile di maturazione scheletrica, di sviluppare atteggiamenti scoliotici della colonna cervicale, dorsale e lombare, è alto. Anche in questo caso, è fondamentale l’osservazione posturale, fatta in prima istanza dalla famiglia e poi dal medico o dal terapista, per riuscire ad intercettare (soprattutto se si utilizzano strumenti terapeutici che lavorano sui recettori posturali, come apparecchi dentali, occhiali, plantari, etc..) deviazioni della colonna da gestire ortopedicamente e fisioterapicamente.
I rimedi per il dolore cervicale sono, a seconda della fase (acuta, subacuta, cronica), numerosi. Spaziano dall’approccio farmacologico, infiltrativo, strumentale, chirurgico, fisioterapico, manipolativo, conservativo (ginnastica). Ovviamente, come al solito, una raccolta dati precisa associata ad una documentazione radiodiagnostica (qualora ce ne sia bisogno), come radiografie o risonanza magnetica, sono il punto di partenza, la luce che illumina il percorso terapeutico. Imboccare la strada giusta è facile, la cosa più complicata è riuscire a distinguere la strada corretta per ogni diversa persona.
La ginnastica posturale cervicale, intesa come esercizi attivi volti a ripristinare una corretta armonia muscolo scheletrica del rachide cervicale, rappresenta uno dei tanti strumenti che si possono utilizzare per gestire il dolore cervicale. È uno strumento che può, in alcuni casi essere di aiuto, in altri, essere controproducente. La valutazione iniziale è fondamentale per distinguere i due casi. Esercizi di mobilità, di rinforzo e di propriocettiva della regione cervicale, come quelli effettuati per mezzo della Pancafit®, apportano maggiore vascolarizzazione alla regione cervicale, implementando i processi di controllo e consapevolezza distrettuale, conferendo maggiore flessibilità e resistenza al complesso rachideo.
Il processo terapeutico di gestione del dolore cervicale prevede diversi step. Ovviamente, come avrete intuito, in primis la raccolta dati e la valutazione. A questo punto, il processo si snoda tra diversi strumenti volti al ripristino dell’armonia muscolare e articolare. Uno di questi strumenti è sicuramente il massaggio cervicale. La compressione e distrazione dei tessuti muscolari genera un aumento della vascolarizzazione locale, in grado di apportare ossigeno e rendere la muscolatura più flessibile. In questo modo si ripristina passivamente una condizione di armonia muscolare in grado di migliorare la condizione di dolore esistente.
All’interno del centro Fisio Logic di Torino, consci dei meccanismi profondi che regolano la struttura cervicale, siamo all’avanguardia nella gestione dei problemi cervicali, siano essi di origine traumatica, recettoriale o degenerativa.
Tags: Artrosi, Esercizi per il benessere
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