Home > Approfondimenti > Patologie -> Colpo di frusta al collo: un trauma cervicale
Il colpo di frusta rappresenta una situazione traumatica piuttosto comune, che coinvolge principalmente la colonna vertebrale e nello specifico la colonna cervicale. La natura traumatica di questo infortunio che riguarda il nostro collo impone un recupero che, per essere completo, non deve limitarsi soltanto all’utilizzo del classico “collare”, ma deve riportare alla normalità tutti i sistemi coinvolti in questa spiacevole situazione, come ad esempio quello vestibolare, ossia gli organi che regolano l’equilibrio situati nelle nostre orecchie, oltre naturalmente alla fisiologia muscolare e articolare.
In Fisio Logic, grazie al nostro approccio multidisciplinare, abbiamo la possibilità di ripristinare completamente i sistemi perturbati da questo trauma piuttosto comune.
Il colpo di frusta rappresenta un trauma indiretto a carico della nostra colonna cervicale: con trauma indiretto si intende un trauma che non comporta necessariamente un urto più o meno violento della testa contro qualcosa ma che è provocato dal meccanismo repentino di accelerazione e successiva decelerazione cui sono sottoposte la nostra testa e il nostro collo, generalmente in seguito a un tamponamento (provocato o subito) in auto o in moto oppure in relazione a dinamiche sportive. Talvolta, oltre al meccanismo sopra descritto, abbiamo in aggiunta anche un trauma diretto contro una superficie e in questo caso i due fattori si assommano.
Questa tipologia di infortunio è caratterizzata da una prima fase in cui il corpo viene proiettato in avanti mentre il capo all’indietro (fase di accelerazione) e una seconda fase in cui la testa viene proiettata in avanti (fase di decelerazione). Tutto questo provoca una situazione di forte stress delle strutture muscolari e fasciali del collo, della testa, della restante parte della schiena e degli organi recettoriali posti all’interno della nostra testa, come quelli visivi e vestibolari.
I sintomi di un colpo di frusta cervicale possono essere molti, spaziando da quelli legati alla sfera muscolo scheletrica come male al collo e mal di testa, dolenzia diffusa alla schiena e disturbi alla masticazione a quelli legati alla sfera neurologica come senso di vertigine (vertigine cervicogena), nausea o formicolii alle mani. Anche la respirazione spesso risente della natura traumatica di questo infortunio, con possibili difficoltà nel compiere atti respiratori completi e dolenzia costale all’apice dell’inspirazione.
Alcuni di questi sintomi possono essere precoci mentre altri possono essere tardivi e la sintomatologia può presentarsi sin dalle prime 24/48 ore dal trauma: in ogni caso è consigliabile affrontare un percorso riabilitativo sicuro e completo, senza attendere che i primi sintomi inizino a insorgere.
Come per ogni altro evento traumatico il sistema corporeo innesca nell’immediato una reazione antalgica volta alla protezione dell’integrità dell’intero organismo: in questa fase il nostro corpo va incontro ad un aumento della tensione muscolare del collo e della schiena, che spesso tendono a diventare rigidi e dolenti. Questo porta ad innescare tutta una serie di meccanismi antalgici che generalmente riguardano la rigidità nei movimenti di rotazione della cervicale, associati a senso di nausea, spossatezza e talora vertigini. Nel medio termine generalmente questi sintomi si riducono spontaneamente ma se non trattati attraverso uno specifico percorso riabilitativo essi comportano una modificazione della nostra postura, della percezione corporea e una riduzione della qualità delle comuni azioni quotidiane, che perdono di qualità, sollecitando le strutture muscolari e articolari più o meno connesse al tratto cervicale. Ma anche in questo caso è bene ricordare che il colpo di frusta non riguarda solo il nostro collo!
Il consiglio principale dopo un colpo di frusta è quello di non pensare che semplicemente “passerà”, senza preoccuparsi di intraprendere un percorso fisioterapico di recupero. Molte persone infatti ancora oggi credono che basti prendere qualche farmaco anti infiammatorio e che il trauma subito non lasci alcuno strascico nel medio e lungo periodo: questo ragionamento è quanto di più errato in quanto non si considerano adeguatamente tutti i meccanismi adattativi che il nostro sistema corporeo metterà in atto nelle settimane e nei mesi successivi. Anche un lieve sintomo, se trascurato, può comportare una cronicizzazione del dolore, che purtroppo renderà la nostra schiena e la nostra cervicale fragile e esposta a frequenti episodi recidivanti.
Generalmente è sempre bene partire, soprattutto dopo un evento ad alto impatto, da una radiografia, che in primis deve escludere che il trauma abbia danneggiato le strutture vertebrali o nervose.
Nelle primissime fasi l’utilizzo di un collare per un massimo di due – tre giorni, unitamente all’assunzione di farmaci miorilassanti (dopo consulto medico) e al riposo costituiscono la migliore ricetta per permettere al nostro sistema di affrontare le immediate conseguenze del trauma.
In ogni caso, anche nell’immediato post trauma è altamente sconsigliato mantenere la posizione distesa a letto o peggio sul divano per troppo tempo: viceversa una blanda attività aerobica come la camminata permettono al sistema di rimanere mobile, riducendo il rischio di rigidità eccessiva.
La fisioterapia costituisce indubbiamente la migliore strategia per trattare adeguatamente un colpo di frusta, attraverso tutta una serie di strumenti terapeutici che spaziano dalla terapia manuale, alla terapia fisica (esempio tecarterapia), all’applicazione del taping neuro muscolare, alla rieducazione respiratoria e posturale, alla ginnastica riabilitativa. In questa fase il fisioterapista, in funzione della situazione del paziente, potrà optare per uno o alcuni di questi approcci, scegliendo in autonomia la migliore strategia.
In un secondo momento mi sentirei sicuramente di consigliare anche l’approccio osteopatico, per una visione più globale e complessiva su tutti i meccanismi adattativi che il sistema corporeo avrà certamente messo in atto. A questo proposito ricordo bene la difficoltà connessa alla sfera gastro intestinale che ebbe un paziente totalmente asintomatico prima di un incidente stradale che gli comportò un colpo di frusta qualche tempo prima, efficacemente trattata attraverso una serie di manovre osteopatiche rivolte alla sfera viscerale.
Gli esercizi rivolti al trattamento del colpo di frusta comprendono sicuramente quelli di allungamento globale e selettivo delle strutture connesse al trauma, gli esercizi di riprogrammazione posturale globale e gli esercizi di rinforzo muscolare delle strutture muscolare indebolite dalla modificazione della quantità e qualità dei movimenti. Tuttavia è bene ricordare che non è soltanto importante scegliere gli esercizi più appropriati al paziente ma è altrettanto fondamentale che essi siano eseguiti correttamente, anche nella pratica quotidiana. Ecco quindi che il fisioterapista assume un imprescindibile ruolo di consulente del movimento della sfera quotidiana di tutti noi, indicando quali attività evitare e quali comportamenti promuovere.
La prognosi di un colpo di frusta oscilla tra le due – tre settimane per i traumi minori sino alle 6-8 settimane per gli eventi traumatici più severi, ma anche in questo caso è bene ricordare che la guarigione, in buona parte, dipende dal percorso di recupero.
Nel caso in cui il colpo di frusta non abbia arrecato danni alle strutture scheletriche e nervose l’utilizzo del collare deve essere limitato a qualche giorno dall’evento traumatico e in ogni caso non per tutto il giorno.
Nel caso in cui il colpo di frusta sia occorso in seguito ad un incidente stradale in cui il malcapitato ha la ragione dalla sua parte, egli ha certamente diritto ad un rimborso assicurativo, che gli permetterà al termine delle terapie di ottenere l’intero risarcimento delle spese sostenute da parte della compagnia assicurativa di controparte.
Tags: Esercizi per il benessere
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