Il dolore all’articolazione dell’anca può essere provocato da cause locali o condizioni di sovraccarico posturale e, per una corretta terapia, è necessario raccogliere i dati relativi al soggetto in maniera approfondita e coerente.
Il dolore all’articolazione dell’anca, detta anche articolazione coxo femorale, può essere riferito per cause locali o condizioni di sovraccarico posturale.
L’anca è un’articolazione che, per conformazione morfologica, è stata creata per sostenere il carico del nostro corpo e che grazie alla sua struttura riesce a dissipare efficacemente, se in salute, le forze che gravano su tutta l’articolazione, riuscendo a garantire un supporto e sostegno del tronco superiore e mobilità dell’arto inferiore.
Il dolore all’anca deve essere contestualizzato in una raccolta dati coerente, in quanto, a seconda di quanto viene esaminato dall’operatore (età del soggetto che riferisce dolore, storia traumatica, familiarità per difetti congeniti di conformazione, referti medici pregressi etc…) questo potrà indirizzare l’attenzione su una patologia e\o una precisa problematica.
A questo punto, se la situazione lo richiede, il terapista può suggerire al paziente di intraprendere un percorso di indagine medica specialistica per approfondire il problema.
La patologie dell’anca sono diverse e possono richiedere indagini mediche, radiodiagnostiche e percorsi terapeutici differenti.
I più comuni problemi all’anca per i quali ci si rivolge al nostro centro sono:
Le patologie che richiedono sicuramente un inquadramento medico e talvolta anche chirurgico sono condizioni più gravi come:
Esistono altre dinamiche disfunzionali da sovraccarico posturale, che provocano dolore all’anca, che non interessano direttamente l’articolazione dell’anca, ma tutto il complesso biomeccanico di bacino, regione lombare e arti inferiori.
Ci si può imbattere in problematiche tra cui:
In questi casi il sintomo doloroso a livello dell’anca può non essere riferito, in quanto può risultare dolente un altro distretto corporeo. Ecco perché è fondamentale un’attenta valutazione della funzionalità attiva e passiva di tutta la regione pelvica, proprio per comprendere quale sia la biomeccanica presente e di conseguenza riuscire a capire come affrontare il percorso terapeutico.
I sintomi del dolore all’anca possono essere di diversi tipi:
Tutte queste caratteristiche del dolore indicano differenti patologie che meritano indagini differenti e percorsi terapeutici personalizzati.
Le patologie che riguardano quest’articolazione sono le più differenti. Si spazia dalle infiammazioni del comparto capsulare ed extracapsulare come le borsiti trocanteriche, alle deformazioni della testa femorale come nel caso di artrosi per il quale si necessita dell’intervento di protesi totale di anca.
Molto importanti per il loro inquadramento anche in base all’età del paziente sono il morbo di Perthes e l’impigement femoro acetabolare i quali richiedono un’attenta analisi e trattamento. In questo caso, sottovalutare i sintomi e non accedere tempestivamente ad una corretta terapia può compromettere la funzionalità dell’articolazione e limitarne seriamente la mobilità alterando di conseguenza i carichi che vengono sopportati dalle due articolazioni, con possibilità di sviluppare artrosi precoce.
Come descritto in precedenza, il dolore all’anca, come la gran parte dei sintomi che vengono riferiti in raccolta dati, deve essere analizzato, contestualizzato e valutato correttamente. A volte può essere un campanello d’allarme di una postura viziata o di un sovraccarico posturale (appoggio podalico alterato) mantenuto a lungo nel tempo. Altre volte può essere sintomo di una patologia che richiede un inquadramento diagnostico medico tempestivo.
A seconda della problematica individuata, il percorso terapeutico si serve di strumenti atti a gestire in primis il dolore, ripristinare poi la funzionalità persa e conservare il risultato ottenuto.
Vengono somministrati, a seconda dell’occasione, esercizi di rinforzo muscolare di isolamento (ad esempio solo il quadricipite) oppure fondamentali (piegamento sulle gambe), esercizi di allungamento (stretching) o mobilità articolare attiva e passiva. Questi possono essere accompagnati da terapia strumentale o farmacologica, secondo quanto richiede il medico fisiatra.
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