Il dolore al ginocchio può essere dovuto a meccanismi diretti, derivanti da traumi e operazioni, che indiretti, ovvero dovuti a disarmonia con altre zone muscolo scheletriche.
Il dolore al ginocchio può essere dovuto a diversi meccanismi sia indiretti che diretti.
I meccanismi diretti riguardano i traumatismi (distorsioni, contusioni, fratture) e gli interventi chirurgici, per i quali esistono precisi iter terapeutici di recupero che consentono un ripristino ottimale della funzionalità e della mobilità del ginocchio. Molto spesso, associati a questa tipologia di eventi si associa impotenza funzionale, gonfiore, rossore, impossibilità al carico, etc…
I meccanismi indiretti sono legati, nella maggior parte dei casi, alla disarmonia che si crea fra tutto il complesso regione lombare, bacino, anca, ginocchio, caviglia e piede. Questa disarmonia può essere aggravata anche da difetti congeniti di allineamento delle strutture articolari (ginocchio valgo\varo\recurvatum). Questi meccanismi possono rimanere latenti per molto tempo e manifestarsi senza alcun tipo di evento traumatico particolare. Anche un cambio di calzature o una sollecitazione maggiore del normale possono scatenare il sintomo. In questi casi il dolore può risultare meno acuto, più sordo e costante, associato ad una lieve impotenza funzionale che aumenta con il movimento o con la sollecitazione (salire o scendere le scale).
Le patologie del ginocchio sono diverse e richiedono indagini e percorsi terapeutici differenti. Esistono patologie legate alla maturazione ossea, come nel caso del morbo di Osgood Schlatter, oppure patologie di origine autoimmune come nel caso dell’artrite reumatoide, altre ancora legate ad una non corretta vascolarizzazione come nell’osteocondrite dissecante.
I sintomi di queste patologie possono essere molto simili fra loro, ecco perché una valutazione funzionale del segmento corporeo associata a valutazione medica e indagini radiodiagnostiche sono importanti per riuscire a comprendere quale meccanismo patologico sia alla base del problema.
Se è vero che per alcune patologie i sintomi possono essere simili, per altre non è così. Esistono infatti alcuni test funzionali del ginocchio che mettono in risalto caratteristiche peculiari di una problematica precisa.
Per fare un esempio di natura traumatica, un’instabilità di ginocchio riferita dopo una caduta sugli sci, può celare una lesione legamentosa, la quale può essere evidenziata durante il test denominato “del cassetto anteriore o posteriore”. Se durante questo preciso test, il range di mobilità della tibia risulta molto ampio, è possibile che la lesione sia estesa al punto da aver rotto il legamento crociato del ginocchio. In questo caso la chirurgia ristabilirà i corretti rapporti articolari e la fisioterapia ripristinerà una corretta funzionalità del ginocchio operato.
Per quanto concerne le patologie di natura degenerativa relative all’articolazione indubbiamente l’artrosi al ginocchio ne rappresenta il maggior esponente in termini di moltitudine di soggetti colpiti, soprattutto a partire dalla quinta decade di vita. In queste situazioni il paziente, soprattutto nelle fasi acute, si può presentare presso il nostro Centro con un ginocchio gonfio, rigido, arrossato, dolente e relativamente caldo: questi sono tutti segni tipici di una fase infiammatoria acuta, che richiedono innanzitutto una riduzione del dolore. Tuttavia non sempre i pazienti affetti da artrosi alle ginocchia si trovano in tali condizioni e in una situazione consolidata il paziente può riferire solamente una sensazione di debolezza e insicurezza nell’appoggio o nella discesa delle scale.
A seconda del problema evidenziato, i percorsi terapeutici possono essere vari e possono annettere diverse tipologie di approcci per garantire, attraverso la pluralità degli stimoli, una funzionalità multilaterale del ginocchio, in grado di sopportare lo stress e i microtraumi della vita quotidiana e dell’attività sportiva.
Per fare un elenco possiamo dire che gli strumenti terapeutici utilizzati in Fisio Logic possono andare dai tutori e gli ausili come le ginocchiere e le stampelle, che si utilizzano nelle fasi più acute dove risulta fondamentale scaricare l’articolazione, ai bendaggi funzionali, appositamente confezionati sul paziente con diversi scopi e obiettivi a seconda della problematica all’utilizzo del taping neuro muscolare, applicato sia sul ginocchio sia sui muscoli ad esso correlati. Nella fasi più acute anche la terapia fisica riabilitativa come ad esempio la tecarterapia è certamente utile per ridurre il dolore e permettere un miglioramento del metabolismo articolare.
Ridotta la fase acuta è molto importante che il disturbo sia gestito attraverso uno specifico percorso di rieducazione funzionale, dove il terapista indica gli esercizi più appropriati per permettere un miglioramento dell’elasticità dei muscoli coinvolti nella meccanica del ginocchio (ad esempio i muscoli posteriori della coscia o gli adduttori), il rinforzo di strutture muscolari che ne garantiscano la stabilità (ad esempio il quadricipite) e lo sviluppo dell’aspetto propriocettivo, ossia una sofistica rete di controllo percettivo che si allena con specifici strumentazioni quali tavolette e pedane instabili.
La figura medico specialistica di riferimento per la patologia del ginocchio è senza dubbio quella del medico ortopedico: a lui spetta il compito di capire se la risoluzione del disturbo deve passare dall’intervento chirurgico (ad esempio una sutura di un menisco o una protesi di ginocchio) oppure se il percorso di riabilitazione del ginocchio necessita di un inquadramento farmacologico locale (ad esempio infiltrazioni di cortisone o acido jaluronico). Sono decisioni estremamente delicate, la cui complessità è da correlare con molti fattori, quali l’età del paziente, la presenza di altre patologie e naturalmente le richieste funzionali, ossia quanto “intensamente” il paziente intende utilizzare l’articolazione.
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